In Cultura indiana/ Danza, teatro e musica

Dai The Byrds ai Beatles, passando per Page: il Rock ‘speziato’.

Esiste un’interazione vitale ed estremamente prolifica tra la musica e le mode.

Si influenzano a vicenda, in maniera spontanea e creativa.

Ed è quello che accadde nei lontani dorati anni ’60. La musica partorita in quel decennio era lunatica, trascinante, enigmatica. Quelle note, quei testi: quasi riusciamo a percepire nettamente davanti agli occhi la parabola di note che i Sitar sprigionano in cieli notturni infiniti e luminosi.

Sensuale, sinuoso e mistico… è il Rock, baby!

Il rock psichedelico di quegli anni venne fortemente influenzato dal neonato interesse per la musica del Sub-Continente, sia nelle forme che nei timbri e ancor più nell’uso di strumenti musicali concepiti dal ventre di Mamma India, come il sitar e il tabla. Grazie ai Beatles e a Ravi Shankar questo genere, inizialmente snobbato perché troppo esotico, si diffuse in Occidente.

George Harrison e Ravi Shankar

La struttura estremamente diluita ed estesa, le lunghe improvvisazioni e strumenti ‘nuovi’ quali il sitar, il tambura o il tabla esercitarono una forte presa sui rocker occidentali. Il Raga Rock non è di norma considerato un genere specifico, lo si intende sostanzialmente come un aspetto generale del rock influenzato in modo significativo dalla musica classica indiana.

Dal momento che tale influenza è perlopiù circoscritta agli anni ’60, la maggior parte della produzione artistica in tal senso è limitata a quel decennio. La denominazione fu coniata da un critico musicale a proposito di ‘Eight Miles High’ dei The Byrds, uscito nel 1966. In seguito venne usato con accezione negativa per dare un quadro della tecnica di pigri e non molto dotati musicisti pronti a lanciarsi in parabole musico-mistiche prive di seguito.

Ma non c’è dubbio che alcuni di loro siano riusciti magistralmente ad attingere nella classica indiana per creare composizioni che sono rimaste nella storia. Le sonorità del rock psichedelico furono influenzate in maniera determinante anche dall’introduzione di nuove tecniche di registrazione e di elaborazione del suono e di nuovi strumenti musicali elettronici disponibili a partire dalla metà degli anni ’60.

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