In Interviste

Shahid Kapoor e i suoi 15 anni di carriera

Alle porte dell’uscita del suo prossimo film “Batti Gul Meter Chalu“, Shahid Kapoor è riuscito a trovare il tempo per un’intervista per il DNAIndia che ripercorre la sua carriera di attore iniziata nel lontano 2003.

Tanti cambiamenti nell’industria del cinema negli ultimi 15 anni. Come ti sei adeguato?
Il più grande dei cambiamenti deve ancora avvenire. Quello che stiamo vivendo è precursore di qualcosa di molto più grande, così mi dice l’istinto. Credo che la generazione di oggi e quella futura la pensino diversamente dagli attori che hanno alle spalle 25-30 anni di carriera. Io stesso sono testimone di questa trasformazione. Alcuni aspetti sono positivi, altri incerti, altri preoccupanti; ma non si tratta di un cambiamento che coinvolge soltanto il mondo del cinema, bensì anche la televisione e il web. La gente può decidere di andare al cinema per vedere un film, oppure attendere per vederlo direttamente in tv o in streaming al computer.
L’importante è non mostrarsi ostili al cambiamento, bisogna essere pronti alla scoperta di sé, senza regole preimpostate. Diciamo che ci troviamo in una fase transitoria adesso.

In che modo credi di essere cambiato come persona?
Non pianifico la mia vita. L’ho fatto per un po’ di tempo, ma negli ultimi 4 o 5 anni – forse perché ho più esperienza e mi sento in pace con me stesso – affronto tutto con distacco. Non mi lascio più trasportare dalle emozioni, so controllarmi. Quando sei estremamente emotivo, finisci per non avere una visione chiara di ciò che ti circonda. Ho commesso così tanti sbagli, eppure oggi mi rendo conto che mi hanno reso quello che sono oggi, sbagliare mi ha permesso di migliorare. Sapessi quante volte ero convinto di stare facendo bene e invece…non ne azzeccavo una!
Capire i rapporti, gli esseri umani, mi è stato d’aiuto.
Il cinema è una rappresentazione della vita, le tue scelte sono il riflesso di qualcosa cui ti senti indubbiamente legato.

Ti sei “scontrato” con attori di diverse età. Quanto ti ha influenzato?
Inizialmente queste genere di situazioni ti mette sotto pressione, finisci per prendere le cose troppo sul serio; poi ti rendi conto che un titolo di giornale non può definire chi sei realmente. Se prendi tutto sul serio, ci perdi la testa. È importante avere un contatto con la realtà. È giusto avere una visione aperta di quello che sta accadendo, ma senza nutrire sentimenti di rivalità.
Potrai sentirti realizzato pienamente soltanto quando smetterai di seguire le vite degli altri e ti concentrerai sulla tua. In questo modo instaurerai rapporti con le persone con la consapevolezza che tu sei speciale, che dai loro qualcosa che altri non possono dare. Devi trovare la tua voce.

 

Quindi non sei stato mai in competizione con nessuno?
Nei primi 10 anni sono stato in competizione con tutti e nessuno (ride). La competitività può essere positiva e costruttiva, se non la si prende sul personale. Prendere come punto di riferimento due persone e vivere con l’unico scopo di sorpassarli è un pensiero insano. La gelosia, la rabbia e la vendetta non portano a nulla.

Hai lavorato a film con YRF (Dil Bole Hadippa, Badmaash Company) e Dharma Productions (Shaandaar). Pensi che la tua vita sarebbe stata diversa sotto la loro influenza?
Forse avrei sbagliato di meno, ma come sarei potuto diventare quello che sono oggi? Ciò che sono è conseguenza delle mie scelte passate. Sono orgoglioso dei ruoli che ho interpretato, ma sono sicuro che la gente si aspetta anche altro da me. Questo è ciò che rende il mio percorso unico. Anche se ci sono state delle fasi in cui mi sono sentito smarrito, penso mi abbiano comunque aiutato a diventare quel che sono, senza rimpianti.

La tua carriera è piena di contraddizioni. Cambieresti qualcosa?
No, sono una persona istintiva. So cosa non fare adesso. A volte, la prima cosa che ti salta per la testa è la più vera. Ed è quello che ho sempre fatto. Al tempo, non ero calmo e sicuro di me, compievo scelte d’istinto, senza pensarci.

Ti sei mai sentito un divo?
Certo. Chi non si è mai sentito così? A volte sembra di vivere in una bolla. È importante ricordarsi che il successo va e viene, a volte ti senti una star, ma pian piano ti rendi conto che dovresti essere meno reattivo.

Ricordi quando è stata l’ultima volta che ti sei comportato da divo?
È passato un po’ di tempo (sorride). Dopo il matrimonio sono diventato un uomo di casa. Non mi sento una star, ma un lavoratore. Quando sei circondato da brave persone, che sono interessate a te per quello che sei, ti comporti normalmente. È solo che a volte ci sono giorni in cui Mira o il mio manager mi chiedono: ‘Perché ti stai comportando così? Smettila’.

Quando un film non va come programmato già durante le riprese, cambi atteggiamento?
Beh, tutti finiscono per vivere la situazione controvoglia. Quella sensazione di non capire dove ti porterà tutto questo e che a nessuno importi qualcosa… tu cerchi sempre di fare del tuo meglio nella speranza che vada tutto bene. Soltanto quando il film è pronto per il rilascio, cominci a capire l’andazzo. Ovviamente, ci resto male se il film non è all’altezza delle mie aspettative. È come una relazione andata male – ti lascia un vuoto dentro. A volte il cinema ti lascia più di quello che credevi, altre volte non ti lascia nulla.

 

Batti Gul Meter Chalu è decisamente diverso da Padmaavat
Proprio dopo “Padmaavat” in cui ho recitato un ruolo pacato, avevo un estremo bisogno di interpretare un personaggio turbolento, rumoroso, vistoso. Ho colto la palla al balzo! Mi è piaciuto molto “Toilet: Ek Prem Katha” e la regia di Shree Narayan Singh che ha raccontato un grave problema come quello della defecazione all’aperto. Ha compreso il mondo dei piccoli centri e ha saputo rappresentarlo bene. Fidatevi, questo è uno di quei film su cui ripongo molta fiducia. Non ho dubbi!

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1 Commento

  • Rispondi
    Mary
    Settembre 22, 2018 at 9:23 am

    “Jab We Met” è stato il mio primo film con Shahid. Al tempo non immaginavo potesse interpretare ruoli come quelli in cui l’abbiamo visto protagonista negli ultimi anni, indimenticabile la sua interpretazione in “Haider”! Ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e questa intervista dimostra quanto sia effettivamente cresciuto professionalmente e personalmente. Grazie!

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